"Je pose la tasse et me tourne vers mon esprit. C’est à lui de trouver la
vérité"

giovedì 27 gennaio 2011

Defying Gravity: il viaggio di Duy Huynh

Gravitea for two

Moment of Noise
Il punto di partenza della poetica di Duy Huynh (la pronuncia corretta è Yee Wun), artista vietnamita approdato negli anni '80 in California, è la condizione umana e lo smarrimento legato al viaggio.
I suoi personaggi sono colti in volo e molti hanno le ali, sospesi a mezz’aria o immersi nelle improbabili circostanze di un’atmosfera surreale ed onirica. Il viaggio, spirituale o fisico, è un tema ricorrente, tradotto in un linguaggio che vorrebbe rispondere all’inquietudine con la serenità  di sfumature tenui e morbide. Ma i colori, spesso e volentieri cupi, rendono la condizione esistenziale dell'uomo in maniera universale ed eterna. I suoi quadri sono permeati da una forte atmosfera metafisica nella quale i personaggi in moto sembrano essere svincolate da ogni legge fisica e dal tempo; tutto è sogno.
Lo stesso moto è illusorio, i personaggi sembrano addormentati e in armonia con l'ambiente circostante.

Invitation to Optimism, 2008


A.

lunedì 24 gennaio 2011

L'esplosione dei Fifties

Anni cinquanta: un periodo già lontano, ma ricchissimo di avvenimenti che hanno rivoluzionato e condizionano tuttora il nostro modo di vivere e di pensare. 
Rivoluzione innanzitutto sul piano delle arti plastiche; in Francia Georges Mathieu consacra la nascita dell' arte gestuale, improvvisando in pubblico le sue grandi composizioni liriche; sull' altra sponda dell' Atlantico, Jackson Pollock inventa la tecnica del dripping; nel frattempo lo svizzero Tinguely crea le sue macchine traballanti e Vasarely introduce il rigore dell'op, mentre l' ombra della guerra fredda e dei conflitti coloniali alimenta il filone della pittura impegnata. In pittura l'inizio della rivoluzione dei Fifties si può far risalire in Europa a un' esposizione di Jean Fautrier, il primo a rompere decisamente con le regole della pittura ad olio tradizionale, mentre Negli Stati Uniti il punto di partenza si può invece datare al 1949, anno in cui Rothko, Newman e Franz Kline inventano un nuovo stile.
In letteratura il decennio si apre in Francia con la morte di André Gide, che conclude un'epoca. Con Robbe-Grillet si inaugura la svolta del Nouveau Roman, che rifiuta lo psicologismo del romanzo moderno concentrandosi sulla realtà, descritta con una precisione quasi fotografica. In Italia nasce il Neorealismo; altri movimenti si diffondono in Europa e America.
A Parigi le creazioni teatrali della Cantatrice Calva di Ionesco e di Aspettando Godot di Beckett segnano la nascita del teatro dell'assurdo, provocando una nuova battaglia tra antichi e moderni.
In architettura s' impone dovunque il modello funzionale. I primi grattacieli distruggono l' armonia orizzontale di Parigi. Il sogno americano contagia l' intera Europa.
Comincia, infine, il regno degli elettrodomestici, si inventano nuovi materiali, nuove forme.
La nuova arte richiede la fusione di tutte le energie dell’uomo nella creazione e nell’interpretazione. L’essere si manifesta integralmente, con la pienezza della sua vitalità”, scrive Lucio Fontana nel Manifesto Bianco (poi Manifesto Tecnico dello Spazialismo) del 1946 e nelle sue parole premonitrici c’è sintetizzato tutto lo spirito della nuova creatività e i motivi del suo successo.

Negli anni Cinquanta l’arte e l’industria si fondono dando vita ad un connubio magico: nell’urgenza della ricostruzione postbellica è vivo il bisogno di una rigenerazione dei costumi e delle forme e si crea allora uno spazio dove l’utopia e la ricerca sperimentale sposano le rinnovate esigenze della produzione industriale grazie alla lungimiranza di una classe di capitani d’industria “illuminati” e personalità artistiche capaci di intercettare i cambiamenti epocali della società.

Bellezza, praticità, funzionalità le parole d’ordine. Il disegno industriale perde la maschera dell’anonimato e diventa design, vera e propria arte al servizio della società; arte e industria non sono più due mondi separati. «Stile Industria»: forme e stile nella produzione, non solo il nome di una rivista specializzata ma un vero e proprio modo di essere, la forma mentis di un decennio.
Arte di tutti, arte per tutti, design di tutti, design per tutti e architettura per tutti: questi i terreni fondamentali della trasformazione.
Come in un nuovo Rinascimento, l’uomo e gli spazi dove vive e si muove e lavora sono al centro della ricerca e della sperimentazione tanto tecnologica quanto artistica.

Anni Cinquanta: anni di trasformazioni, di rivoluzioni. Euforia creativa, spazi e mondi da ricostruire dal nulla, grandi convergenze e grandi divisioni, su tutti i fronti, in politica come nell’arte, quest’ultima con i suoi nuovi realismi, i suoi concetti spaziali, i nuovi fronti, gli in-formalismi: Fontana, Guttuso, Pomodoro, Manzoni nominare solo i maggiori esponenti delle arti plastiche e visive di questo decennio.
Un nuovo rinascimento, si diceva, dove l’uomo torna al centro: l’uomo e i suoi bisogni, reali o indotti, l’uomo e i suoi consumi. La donna e i suoi bisogni e consumi: arrivano in quegli anni in Italia i primi elettrodomestici con il loro sapore d’oltreoceano, la lavatrice, il frigorifero, la televisione. Televisione per pochi, almeno all’inizio, altrimenti si va al cinema e si cerca uno specchio dove rivedere se stessi, tanto nella produzione di genere quanto in quella d’autore.
Consumo, commercio, pubblicità: gli anni Cinquanta sono gli anni dell’esplosione della grafica e del new advertising, la pubblicità come scienza, la pubblicità come arte. E anche questa nuova arte ha i suoi autori e si muovono anch’essi in un terreno tra sperimentazione autonoma e confronto con la tradizione. A.

Le immagini:
  1. Jackson Pollock, Untitled (Green Silver), 1949 ca
  2.  Lucio Fontana, Concetto Spaziale - Attese, 1959
  3.  La macchina da scrivere Olivetti Lettera 22, 1954
  4. Pubblicità Vespa
     
    A.

domenica 23 gennaio 2011

Una sola immaginazione: Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen

Quando l' oggetto quotidiano diventa un monumento colossale

mercoledì 19 gennaio 2011

Timeless label.
straight to Milan.

Approaching the fall 2011 season with endless color and exaggerated proportions, Burberry Chief Creative Officer Christopher Bailey looked to a coat for all seasons. Creating his very own weather boy, Bailey’s outerwear stole the show as usual.



Ang.

Today's advice: An Education

"An Education" è stato scritto da Nick Hornby. Iniziamo con questo dettaglio perché rende subito chiaro il fatto che ci si trova davanti ad una commedia molto più interessante della media generale. L’origine è una serie di racconti autobiografici della scrittrice Lynn Barber sulla propria gioventù.
Siamo in Inghilterra a metà dei '60. Jenny è una studentessa modello, piccolo gioiello in divenire su cui sono riposte le speranze di una famiglia della classe media. Tutto sembra volgere per il peggio quando la ragazza si innamora di un uomo parecchio più grande di lei che la coinvolge in un mondo ricco e fastoso dove tutto sembra a portata di mano. Vale la pena sacrificare la propria vita allo studio quando si possono avere i soldi senza dover faticare?
E’ partendo da questa domanda che si dipana la storia di "An education". Seppur il finale sia piuttosto conciliante verso il "normale" pensiero e, in fondo, sia possibile vedere nella storia anche un piccolo manifesto "femminista" che forse oggi non ha più motivo di esistere (almeno non se basato su quei temi), le riflessioni che provengono dal film risultano più che mai attuali. In un’epoca dove si passa quasi metà della vita a studiare, dove la laurea non basta così come un master non dà sicurezza di un lavoro, porsi la domanda "ne vale davvero la pena?" non è così inusuale. 
Hornby e la regista danese Lone Scherfig raccontano tutto questo confezionando una divertentissima commedia che, prima di tirare le somme, regala scambi di battute eccezionali per dinamismo e sarcasmo. Grande merito va dato anche alla protagonista, la giovane Carey Mulligan che può essere fin da ora segnata come una delle attrici da tenere d’occhio in futuro. Non bella, ma interessante, ha volto e occhi vispi di chi sa sempre come rispondere senza abbassare la testa. La credibilità di "An Education" poggia tutta sulle sue spalle e lei regge bene il peso.

A.

martedì 18 gennaio 2011

Libertà



"Sui miei quaderni di scolaro
Sui miei banchi e sugli alberi
Sulla sabbia e sulla neve
Io scrivo il tuo nome.

Su tutte le pagine lette
Su tutte le pagine bianche
Pietra sangue carta cenere
Io scrivo il tuo nome.

Sulle dorate immagini
Sulle armi dei guerrieri
Sulla corona dei re
Io scrivo il tuo nome

Sulla giungla e sul deserto
Sui nidi sulle ginestre
Sull'eco della mia infanzia
Io scrivo il tuo nome 

Sui prodigi della notte
Sul pane bianco dei giorni
Sulle stagioni promesse
Io scrivo il tuo nome

Su tutti i miei squarci d'azzurro
Sullo stagno sole disfatto
Sul lago luna viva
Io scrivo il tuo nome

Sui campi sull'orizzonte
Sulle ali degli uccelli
Sul mulino delle ombre
Io scrivo il tuo nome

Su ogni soffio d'aurora
Sul mare sulle barche
Sulla montagna demente
Io scrivo il tuo nome

Sulla schiuma delle nuvole
Sui sudori dell'uragano
Sulla pioggia fitta e smorta
Io scrivo il tuo nome 

Sulle forme scintillanti
Sulle campane dei colori
Sulla verità fisica
Io scrivo il tuo nome"


"Sui sentieri ridestati
Sulle strade aperte
Sulle piazze dilaganti
Io scrivo il tuo nome

Sul lume che s'accende
Sul lume che si spegne
Sulle mie case raccolte
Io scrivo il tuo nome

Sul frutto spaccato in due
Dello specchio e della mia stanza
Sul mio letto conchiglia vuota
Io scrivo il tuo nome 

Sul mio cane goloso e tenero
Sulle sue orecchie ritte
Sulla sua zampa maldestra
Io scrivo il tuo nome

Sul trampolino della mia porta
Sugli oggetti di famiglia
Sull'onda del fuoco benedetto
Io scrivo il tuo nome

Su ogni carne consentita
Sulla fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Io scrivo il tuo nome

Sui vetri degli stupori
Sulle labbra intente
Al di sopra del silenzio
Io scrivo il tuo nome

Su ogni mio infranto rifugio
Su ogni mio crollato faro
Sui muri della mia noia
Io scrivo il tuo nome

Sull'assenza che non desidera
Sulla nuda solitudine
Sui sentieri della morte
Io scrivo il tuo nome

Sul rinnovato vigore
Sullo scomparso pericolo
Sulla speranza senza ricordo
Io scrivo il tuo nome

E per la forza di una parola
Io ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per nominarti
Libertà."
 
Paul Eluard, 1924


A.

lunedì 17 gennaio 2011

Pre-Raphaelite Victorian supermodel-Lizzie Siddal


     Pre-Raphaelite Victorian supermodel-Lizzie Siddal.
                            (sad life of a "stunner")

Elizabeth Eleanor Siddal (25 July 1829 – 11 February 1862) was an English artists' model and artist who was painted and drawn extensively by artists of the Pre-Raphaelite Brotherhood, includingWalter Deverell, William Holman Hunt, John Everett Millais and most of Dante Gabriel Rossetti's early paintings of women.

Elizabeth(Lizzie)Siddal
 Elizabeth Eleanor Siddall was born on July 25, 1829. Her parents were lower middle class but with pretensions to the middle class. When Lizzie was old enough, she went to work for a milliner named Mrs. Tozer. It was there that her life changed. Lizzie was striking, tall and thin with luxuriant red hair and pale, pale skin. She was the opposite of what was accepted as the ideal of Victorian beauty at the time but she was just the thing an aspiring painter found attractive. It was 1849 and Lizzie was 20 years old, and wondering if anything was going to happen in her life when she met a poet named William Allingham.Although Allingham wasn’t impressed with Lizzie, he thought she might make a good model for his friend Walter Deverell who was attempting to paint a scene from the play Twelfth Night.

It was through Deverell that Lizzie became acquainted with the other artists associated with the Pre-Raphaelite brotherhood including Millais, and the one who would become the center of her life, Dante Gabriel Rossetti.
Rossetti who was one of the leaders of the movement came from a family of Italian ex-patriots who moved to London. He was actually born Charles Gabriel Dante Rossetti on May 12, 1828, but changed his name to reflect his lifelong obsession with the Italian poet Dante Alighieri dropping the Charles completely. From the moment that Rossetti saw Lizzie sometime in the winter of 1849/1850, he felt that he had found his destiny, his Beatrice.

Veronica Veronese-Dante Gabriel Rossetti
model : Lizzie Siddal.
Lizzie was unlike any of the other women of Dante’s acquaintance.She also dressed very differently from other Victorian women, preferring to wear loose clothing resembling the dresses worn in medieval times, generally without a corset.
He didn’t introduce her to his family until after his father’s death in 1854. Lizzie, for her part, wouldn’t have dreamed of bringing home an artist to her family knowing that they wouldn’t have approved. Despite these obstacles, they couldn’t help falling in love.


After posing for Deverell, Lizzie posed other painters such as William Holman Hunt.
The painting that brought her a certain amount of fame was Millais’ portrait of her as Ophelia. This required her to spend hours immersed in water in a bathtub. Although Millais came up with an ingenious way to heat the bathtub so that Lizzie wouldn’t be cold, during one session the lamps underneath went out and Lizzie spent several hours floating in cold water. The effect of the painting was stunning but Lizzie ended up with a severe cold. Soon afterwards, Rossetti asked Lizzie to stop posing for other painters and to pose only for him. Although this meant that she had less of an income, Lizzie agreed. She had also begun showing an interest in painting and poetry herself, and Rossetti encouraged her in her endeavors. Lizzie’s poetry contained dark themes about lost love or the impossibility of true love, and her paintings reflect the Pre-Raphaelite preoccupation with the Arthurian legends and other medieval themes.

The relationship between Rossetti and Lizzie would be fraught over the next 9 years as Lizzie waited impatiently for him to make up his mind to marry her. Unfortunately for Lizzie, she had fallen in love with a commitment-phobe. It wasn’t that Dante didn’t want to marry her; he didn’t want to marry anyone. In fact after Lizzie’s death, although he had several passionate relationships, he never remarried. However, Dante’s indecisiveness about their relationship put Lizzie in a tenuous position.


Jane Burden(Morris)

Lizzie worried as the years went by and Rossetti still hadn’t married her, that he would replace her with a younger, prettier muse. Her fears were not unfounded because Rossetti fell for Jane Burden, who met while working in Oxford along with several other friends including William Morris. Jane was 18, pretty with dark hair and sensuous features. Although Morris laid claim to the stunner first, and eventually married her, Rossetti also fell hard for her. There was also Fanny Conforth, another model, who was voluptuous and full of fun. She eventually went to work for Rossetti as his housekeeper after Lizzie’s death.


Finally in 1860, after ten years together, Rossetti made an honest woman of Lizzie. They were married in the seaside town of Hastings on May 23. Lizzie was so frail that she had to be carried to the church. Soon after their marriage, Lizzie discovered that she was pregnant although she feared for the baby’s life due to her addiction. Her prediction proved correct because the baby was born stillborn in 1861. Both Rossetti and Lizzie were devastated. A few months later, Lizzie became pregnant again for the second time. Still suffering from post-partum depression, she committed suicide by taking an overdose of laudanum in February 1862. Rossetti discovered her in bed unconscious and clutching a note asking him to provide for her youngest brother Henry who was mentally handicapped. Rossetti called four doctors to try and revive her but to no avail.


Dante Gabriel Rossetti,self-portrait 1847
National Portrait Gallery,London


Ang.

Rossetti burned the note and her death was ruled an accident by the coroner. It wasn’t until years after Rossetti’s death that the truth about Lizzie’s death was revealed when his niece published a biography. In Lizzie’s coffin, Rossetti placed the only copies of many of his poems, sliding the book under her hair.
Years later, he had her grave opened and the poems removed. This was done in the dead of night in order to avoid public curiosity. Charles Augustus Howell, who was with Rossetti at the time, later spread the story that when the coffin was opened; Lizzie’s corpse was perfectly preserved, her hair continuing to grow after her death. The poems were not a success after they were published and it was said this act haunted Rossetti for the rest of his life.



domenica 16 gennaio 2011

Il Surrealismo e Dalì.


"Molto opportunamente Freud ha concentrato la propria critica sul sogno. E' inammissibile, infatti, che su questa parte così importante dell'attività psichica ci si sia soffermati ancora così poco." (André Breton, Primo manifesto del Surrealismo)


Surrealismo: (sost. m.) Automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato dal pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale." (Breton)



Il surrealismo è un automatismo psichico che si realizza senza il controllo della ragione e fa sì che l'inconscio emerga e si esprima anche mentre siamo svegli. In tal modo il pensiero è libero di raccogliere immagini, idee, parole senza costrizioni nè scopi preordinati. Viene così raggiunta la surrealtà, in cui veglia e sonno si compenetrano in modo armonico e profondo.

Come fare arte surrealista, quindi? Max Ernst spiegava che "tale bellezza proviene da un accoppiamento di due realtà in apparenza inconciliabili su un piano che in apparenza non è conveniente per esse." la bellezza surrealista nasce, allora, dal trovare due oggetti reali, veri, esistenti, che non hanno nulla in comune, assieme in uno stesso luogo ugualmente estraneo ad entrambi. Tale situazione genera un'inattesa visione che sorprende per la sua assurdità e perchè contraddice a fondo le nostre certezze. 
Il surrealismo è un'arte prettamente figurativa e non astratta.

Come risulta chiaro, il pensiero - libero di correre senza freni di alcun genere, aumenta la libertà individuale. Esiste un altro tipo di libertà cui il surrealismo guarda con estremo interesse: la libertà sociale. Se ai fini dell'accrescimento della libertà individuale la figura di riferimento è sicuramente Freud, per l'avvento della libertà sociale il punto di riferimento è riconosciuto in Marx. 
Tra i maggiori artisti che hanno aderito al Surrealismo spiccano Marx Ernst, Joan Mirò, René Magritte e Salvador Dalì.


"Durante l'intera giornata, seduto davanti al cavalletto, fissavo la tela per vederne scorgere gli elementi della mia immaginazione. Quando le immagini si collocavano esattamente nel quadro io le dipingevo immediatamente, a caldo. Ma, a volte, dovevo aspettare delle ore e restare in ozio con il pennello immobile in mano prima di vedere nascere qualcosa." (S. Dalì)

S.Dalì e il metodo paranoico-critico. "La paranoia è una malattia mentale cronica il cui sintomo principale consiste nelle delusioni sistematiche. Esse prendere la forma di mania di persecuzione o di grandezza e di ambizione." Le immagini scaturite nella mente dell'artista dal torbido agitarsi del suo inconscio prendono forma sulla tela grazie alla razionalizzazione del delirio. (momento critico). Dunque il metodo paranoico-critico consiste nella rappresentazione e nella restituzione, la più diretta ed impersonabile possibile, dei fenomeni deliranti.

Il delirio trova la sia espressione incarnandosi in esseri ripugnanti, animali mostruosi, frammenti anatomici, forme ambigue dai più possibili significati. Si tratta di un linguaggio artistico estremamente incomprensibile ed elitario, la cui comprensione è spesso impossibile. Comprendere le ragioni della paranoia significherebbe svuotarla della sua essenza e, quindi, guarirne.




Le immagini
Dall'alto: La rosa meditativa, Paesaggio con farfalle, Sogno causato dal volo di un'ape attorno a una melagrana un attimo prima del risveglio, La permanenza della memoria, Dematerializzazione del naso di Nerone.

A.

giovedì 13 gennaio 2011

Eternels Parisiens: Sarah Bernhardt, la Divina.

Scrittrice, attrice, pittrice e scultrice, Sarah Bernhartd nacque a Parigi nel 1844.
Esordisce nella compagnia stabile della Comédie Française, ma solo all' Odéon la sua singolare personalità si impose grazie a parti azzeccate e anche a una singolare abilità per mettersi in vista.  Le giovò anche, all’epoca della Comune, l’amicizia con Victor Hugo tornato dall’esilio. Bisognosa di una star, la Comédie la riprese e la vide imporsi (Britannicus, Phèdre) in coppia con l’aitante Mounet-Sully, uno degli innumerevoli partner con cui Sarah ebbe una storia. Ma, dopo una tournée trionfale a Londra (1880), si emancipò definitivamente dalla veneranda istituzione e per i restanti 44 anni gestì da sola la propria carriera e il proprio personaggio spregiudicato ed eccentrico.
Ebbe una sfilza di amanti, famosi (Hugo, Doré, Rostand, Jean Richepin, D’Annunzio...) e non, ma si sposò una volta sola, disastrosamente, con un sedicente aristocratico greco che la tradiva, perdeva al gioco il suo denaro e morì a 34 anni. I suoi rapporti personali erano sempre subordinati al teatro. Qui era piombata come un ciclone di anticonformismo, cimentandosi in ogni tipo di ruoli.

Tra quelli maschili spiccarono L’Aiglon e naturalmente Amleto.
Per una generazione di spettatori, Sarah Bernhardt incarnò il vitalismo romantico e la seduzione trasgressiva; poi diventò una leggenda ed esibendo se stessa evocò invece il passato, i cosmetici e la coquetterie maliziosa: era la Grande Mondana, sfrontatamente eccessiva ma irresistibile.

martedì 11 gennaio 2011

Time for a movie: Bright Star

The romantic poet John Keats and Fanny Brawne from the drama Bright Star, based on the three-year romance between 19th century poet John Keats and Fanny Brawne, which was cut short by Keats' untimely death at age 25.

Bright star.


to Fanny Brawne.                      

"Bright star, would I were stedfast as thou art–
not in lone splendour hung aloft the night
And watching, with eternal lids apart,
Like nature’s patient, sleepless Eremite,
The moving waters at their priestlike task
Of pure ablution round earth’s human shores,
Or gazing on the new soft-fallen mask
Of snow upon the mountains and the moors–
No–yet still stedfast, still unchangeable,
Pillow’d upon my fair love’s ripening breast,
To feel for ever its soft fall and swell,
Awake for ever in a sweet unrest, Bright star, would I were stedfast as thou art–
Still, still to hear her tender-taken breath,
And so live ever–or else swoon to death. "
-John Keats-


The sonnet is considered one of Keats's loveliest and most paradoxical.
The speaker of the poem wishes he were as eternal as a star that keeps watch like a sleepless, solitary, and religious hermit over the "moving waters" and the "soft-fallen mask / Of snow." But while he longs for this unchanging state, he does not wish to exist by himself, in "lone splendor." Rather, he longs to be "Awake for ever" and "Pillowed upon my fair love's ripening breast." Unfortunately, these two desires—to experience love and to be eternal— do not go together. To love, he must be human, and therefore not an unchanging thing like the star...


Watch the official movie trailer.







Ang.

lunedì 10 gennaio 2011

3 coups de coeur en noir et blanc.




Après avoir terminé mes révisions, qu'il y a-t-il de mieux qu'un petit tour sur le net à la recherche de quelques véritables coups de coeur à l'air rétro? Personnellement, les collants fleurs je les trouve superbes!!

sabato 1 gennaio 2011

2011 - A good start




Happy new year to all you readers. May your dreams come true and may all your days be worth living. Enjoy every single moment of the year. WELCOME 2011!