Quando l' oggetto quotidiano diventa un monumento colossale
«Una sola immaginazione» per due artisti legati nella vita e nel lavoro. Nel loro sodalizio hanno cercato di rifondare il concetto di scultura affrontando lo spazio di interni e di esterni, con «large scale projects», maquettes, disegni, tutti utili ad ipotizzare l' intenso risultato finale. Intenso è lo scambio fra i due artisti, un viaggio che per matrici culturali svolge un periplo intercontinentale tra America, Europa ed Africa, con riferimenti all' architettura, pittura, scultura, storia, geografia, mondo esterno e quello profondo della psiche.
Basterebbe pensare a Il corso del coltello, presentato nella Biennale di Venezia dell' 85, dove si avverte grande intesa creativa tra i due, cortocircuito culturale e psicologico ed una polarità erotica legata inevitabilmente alla loro storia personale. Oltre ai disegni preparatori di questa pubblica performance, sono esposte sculture che rappresentano la fertile estensione di un' intesa che sicuramente porta Oldenburg oltre la Pop art.
«Sono per un' arte che prende le sue forme dalla vita, che si contorce e si estende impossibilmente e accumula e sputa e sgocciola, è dolce e stupida come la vita stessa. Sono per l' artista che sparisce e rispunta con un berretto da muratore a dipingere insegne e cartelloni... Sono per l' arte delle pompe di benzina bianche o rosse e per le ammiccanti pubblicità dei biscotti. Sono per l' arte del vecchio gesso e del nuovo smalto. «Sono per l' arte delle scorie e antracite e uccelli morti. Sono per l' arte dei graffi sull' asfalto. Sono per l' arte che piega le cose, le prende a calci e le rompe e le tira e le fa cadere. Sono per l' arte delle banane spiaccicate sedendoci sopra».
Tali affermazioni di Claes Oldenburg rivelano la posizione di un artista che assume il paesaggio che lo circonda adottando un atteggiamento di partecipazione e manipolazione. Ma tale comportamento mette in evidenza non tanto l' introduzione della soggettività nell' operazione artistica, quanto la fisicità e la posizione di continua sperimentazione del mondo, seppure quotidiano, che accompagna il pragmatismo americano. Tali caratteri naturalmente trovano una adeguata pratica nel contesto. I1 contesto è quello di una civiltà dei consumi che incentiva ogni esperienza, seppure sul piano della semplice proposta, ponendola spesso sotto il segno della tentazione di un nuovo consumo. Perché ciò si verifichi, è necessario portare l' oggetto a una dimensione forte e connotante il livello dell' ipotetico desiderio di consumo. Esso passa da una dimensione reale a un' altra più astratta e abnorme, da cui lanciare i propri segnali e fondare un livello di incubo cordiale. Un' enfasi accompagna questo tipo di immagine, che passa attraverso una dilatazione e un passaggio da una realtà a un' altra, quanto a presenza e capacità di coinvolgere tutti i sensi.
L' american dream in Oldenburg si trasforma in incubo americano che opera naturalmente sempre sulla scala della quantità. Di pop gli oggetti di Oldenburg hanno sia il senso ludico che li trasforma da uno stato duro a uno soffice, che ne modifica la consistenza materiale, e sia l' esplicita esibizione del loro processo di formazione. Evidentemente il sogno americano opera attraverso livelli espliciti che risentono direttamente della condizione e della qualità quantitativa della civiltà dei consumi. Per cui anche il sogno prende i toni dichiarati ed espliciti di immagini dirette e schematiche, destinate forse al consumo dello psicanalista. Oldenburg crea sculture e ambienti che riproducono la Convenzione dell' incubo, senza riservarsi alcuna zona intima o privata. I sogni riprodotti in oggetti hanno l' onestà di presentarsi senza alcuna sofisticheria, in quanto partecipano a una realtà che non consente dimensioni implicite o zone d' ombra, governate dalla soggettività. Anche la soggettività viene dichiarata e esibita, mediante monumenti di oggetti che invertono il materiale dell' immagine iniziale e dilatano fino a gonfiarsi la propria consistenza, mostrando anche come la realtà sia volatile, o quantomeno legata al flusso del desiderio, che è sempre quello del consumo. L' uso casual dell' oggetto, ma in fondo anche dell' uomo sbattuto nel grande spazio della città moderna, permette a Oldenburg di assumere un atteggiamento allargato a livello sensoriale, a permettergli di costruire immagini che danno il senso di un uso multiplo e anche fragile, che può continuamente essere modificato. In realtà le sue sculture danno sempre il senso di una manipolazione ineluttabile che non segna tanto la psiche quanto direttamente il corpo. Perché di un corpo a corpo si tratta, di un confronto materiale tra l' uomo e le cose, che avviene non in un luogo esemplare e eccezionale ma nella continuità della vita quotidiana.
Ora la coppia di artisti ha sostituito il solitario protagonista della Pop art. Una coppia di artisti al lavoro che rifonda il linguaggio della scultura moderna con un approccio interdisciplinare senza esclusione di colpi, in una profonda comunione di intenti creativi in cui si intrecciano anche gli opposti estremismi del maschile e del femminile.
Le opere:
«Sono per un' arte che prende le sue forme dalla vita, che si contorce e si estende impossibilmente e accumula e sputa e sgocciola, è dolce e stupida come la vita stessa. Sono per l' artista che sparisce e rispunta con un berretto da muratore a dipingere insegne e cartelloni... Sono per l' arte delle pompe di benzina bianche o rosse e per le ammiccanti pubblicità dei biscotti. Sono per l' arte del vecchio gesso e del nuovo smalto. «Sono per l' arte delle scorie e antracite e uccelli morti. Sono per l' arte dei graffi sull' asfalto. Sono per l' arte che piega le cose, le prende a calci e le rompe e le tira e le fa cadere. Sono per l' arte delle banane spiaccicate sedendoci sopra».
Tali affermazioni di Claes Oldenburg rivelano la posizione di un artista che assume il paesaggio che lo circonda adottando un atteggiamento di partecipazione e manipolazione. Ma tale comportamento mette in evidenza non tanto l' introduzione della soggettività nell' operazione artistica, quanto la fisicità e la posizione di continua sperimentazione del mondo, seppure quotidiano, che accompagna il pragmatismo americano. Tali caratteri naturalmente trovano una adeguata pratica nel contesto. I1 contesto è quello di una civiltà dei consumi che incentiva ogni esperienza, seppure sul piano della semplice proposta, ponendola spesso sotto il segno della tentazione di un nuovo consumo. Perché ciò si verifichi, è necessario portare l' oggetto a una dimensione forte e connotante il livello dell' ipotetico desiderio di consumo. Esso passa da una dimensione reale a un' altra più astratta e abnorme, da cui lanciare i propri segnali e fondare un livello di incubo cordiale. Un' enfasi accompagna questo tipo di immagine, che passa attraverso una dilatazione e un passaggio da una realtà a un' altra, quanto a presenza e capacità di coinvolgere tutti i sensi.
L' american dream in Oldenburg si trasforma in incubo americano che opera naturalmente sempre sulla scala della quantità. Di pop gli oggetti di Oldenburg hanno sia il senso ludico che li trasforma da uno stato duro a uno soffice, che ne modifica la consistenza materiale, e sia l' esplicita esibizione del loro processo di formazione. Evidentemente il sogno americano opera attraverso livelli espliciti che risentono direttamente della condizione e della qualità quantitativa della civiltà dei consumi. Per cui anche il sogno prende i toni dichiarati ed espliciti di immagini dirette e schematiche, destinate forse al consumo dello psicanalista. Oldenburg crea sculture e ambienti che riproducono la Convenzione dell' incubo, senza riservarsi alcuna zona intima o privata. I sogni riprodotti in oggetti hanno l' onestà di presentarsi senza alcuna sofisticheria, in quanto partecipano a una realtà che non consente dimensioni implicite o zone d' ombra, governate dalla soggettività. Anche la soggettività viene dichiarata e esibita, mediante monumenti di oggetti che invertono il materiale dell' immagine iniziale e dilatano fino a gonfiarsi la propria consistenza, mostrando anche come la realtà sia volatile, o quantomeno legata al flusso del desiderio, che è sempre quello del consumo. L' uso casual dell' oggetto, ma in fondo anche dell' uomo sbattuto nel grande spazio della città moderna, permette a Oldenburg di assumere un atteggiamento allargato a livello sensoriale, a permettergli di costruire immagini che danno il senso di un uso multiplo e anche fragile, che può continuamente essere modificato. In realtà le sue sculture danno sempre il senso di una manipolazione ineluttabile che non segna tanto la psiche quanto direttamente il corpo. Perché di un corpo a corpo si tratta, di un confronto materiale tra l' uomo e le cose, che avviene non in un luogo esemplare e eccezionale ma nella continuità della vita quotidiana.
Ora la coppia di artisti ha sostituito il solitario protagonista della Pop art. Una coppia di artisti al lavoro che rifonda il linguaggio della scultura moderna con un approccio interdisciplinare senza esclusione di colpi, in una profonda comunione di intenti creativi in cui si intrecciano anche gli opposti estremismi del maschile e del femminile.
Le opere:
- Spoonbridge and Cherry (Minneapolis, MN)
- Knife Ship (Venice)
- Shuttlecocks (Kansas City, MO)
- Dropped Cone (Cologne, Germany)
- Ago, Filo e Nodo (" Needle, Thread and Knot - Milano, Italy)
- A.
questo artista è fantastico perchè trasforma oggetti della vita quotidiana in vere e proprie opere d'arte!!!!
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