di Jean Paul Sartre
Foto di Denis Olivier |
Da una parte rimango del parere che la vita dell’uomo alla fine si riveli un fallimento, che non raggiunga quello che si è prefisso. L’uomo non riesce neanche a pensare quello che vuole pensare o sentire quello che vuole sentire dentro di sé. Questo conduce a un pessimismo assoluto. In “L’Essere e il Nulla” non l’ho detto, ma adesso ho il dovere di affermarlo. D’altra parte, dal 1945 in poi ho continuato a pensarci su, e adesso sono convinto che la speranza sia la caratteristica più essenziale dell’agire umano. Speranza significa che io non posso intraprendere un’azione senza poter anche contare sulla possibilità di realizzarla.
Foto di Giorgio Bisetti |
Questo è ciò che darà alle nostre azioni una sorta di immortalità. In altre parole, bisogna credere nel progresso. E questa è una delle mie ultime illusioni.
L’umanesimo sarà un giorno il modo d’essere uomo, il suo rapporto col prossimo e il suo modo d’essere uomo egli stesso. Ma ne siamo ancora tanto lontano. Siamo, se si vuole, dei bruti, cioè esseri viventi che non sono ancora pervenuti a un traguardo, che forse non raggiungeranno mai, verso il quale però si dirigono.
Essenziale è la morale del rapporto con gli altri. Questo è un tema di grande attualità, che mostrerà tutta la sua importanza quando l’uomo si sarà realizzato. Per morale intendo che una coscienza (è assolutamente indifferente quale) possieda una dimensione che io nei miei scritti non ho indagato e che del resto solo pochi hanno osservato separatamente: la dimensione del dovere. Il termine dovere è brutto, ma per trovarne uno migliore bisognerebbe inventarlo.
Foto di Giorgio Bisetti |
La teoria della sovrastruttura elaborata da Marx è bella, ma è completamente sbagliata perché il rapporto principale, quello tra uomo e uomo, è ben diverso. E che cosa sia esattamente, dobbiamo
scoprirlo noi. Io l’ho cercato, ma ho cercato anche altro. Mi sono allontanato dalla “Critica della Ragion dialettica” e soprattutto non ho scritto il secondo volume, perché questa domanda non era ancora maturata dentro di me, o almeno così sembrava. Non sono mai giunto a essere pronto.
[...]
Dobbiamo cercare di spiegare perché il mondo attuale,
che è orribile, sia solo un istante nella lunga evoluzione
storica, perché la speranza sia sempre stata una delle
forze dominanti delle rivoluzioni e perché io stesso
consideri la speranza come la mia visione del futuro”.
Per chi fosse interessato ad una lettura più approfondita, il testo integrale si trova su http://www.loescher.it/librionline/risorse_portalefilosofia/download/DiogeneN11_4.pdf , pag.6
A.
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