"Je pose la tasse et me tourne vers mon esprit. C’est à lui de trouver la
vérité"

domenica 24 aprile 2011

Time for a book.

Barbey d'Aurevilly.

Del dandysmo e di George Brummell.

-Il mondo appartiene agli spiriti freddi-
(Macchiavelli)

Scriveva di se stesso Barbey d'Aurevilly nella prefazione alla seconda edizione di questo volumetto:"L'autore del Dandysmo e di George Brummell non era un "dandy"...,ma trascorreva quel tempo della giovinezza che faceva dire a Lord Byron,con la sua malinconica ironia :'quando ero un bello dai capelli inanellati'...;e a quell'età la gloria medesima non peserebbe quanto uno di quei riccioli!"
Non un dandy,dunque,almeno nelle sue intenzioni.Ma Jules-Amèdèe Barbey d'Aurevilly (1808-1889),uno degli scrittori di maggior talento e insieme più controversi del secolo scorso,autore di almeno due capolavori-Il cavaliere Destouches e le Diaboliche- " natura violenta e appassionata,amico del fasto nel vestire e nel parlare,sdegnoso dell'umile realtà che ai suoi occhi non era altro che mediocrità e volgarità"(Gustave Lanson),non poteva non essere attratto dal personaggio di George Bryan Brummell,detto "Lord Brummell" o "Beau Brummell",principe dei dandies inglesi,incontrastato dominatore dei salotti londinesi nei primi anni dell'Ottocento.
La profonda ,ribelle spiritualità del d'Aurevilly andava ad incontrarsi con il massimo della vacuità rappresentato del Brummell,"una individualità rarissima",citiamo ancora il d'Aurevilly,"che si era dato unicamente la fatica di nascere". Ne nacque questa specie di "manuale del dandy",che vedeva la luce per la prima volta nel 1845,cinque anni dopo la morte di George Brummell,ormai dimenticato,nell'ospizio di Bon Sauveur di Caen,la città dove d'Aurevilly aveva studiato legge nei primi ani giovanili.


Capitolo V

[...]Gli intelletti soliti a vedere le cose soltanto dal loro lato più piccolo hanno immaginato che il dandismo fosse principalmente l'arte del vestire,una felice e audace dittatura quanto all'abbigliamento e all'eleganza esteriori.Certissimamente è anche questo;ma è molto di più-non è un vestito che cammina da solo!Al contrario,è quella certa maniera di portarlo che crea il dandismo.-
[...]Il dandismo è una maniera di d'essere interamente composta di sfumature,come sempre accade nelle società molto vecchie e molto civili,dove la commedia divien così raffinata e dove le convenienze trionfano a stento della noia. In nessuna luogo l'antagonismo delle convenienze e della noia che esse generano s'è fatto sentire più che in Inghilterra.Così una delle conseguenze del dandismo,uno dei suoi principali caratteri-per dir meglio,l'indole sua più generale-è di produrre sempre l'imprevisto,vale a dire ciò che lo spirito assuefatto al giogo delle regole,non può,secondo buona logica,aspettarsi. L'eccentricità,altro frutto della terra inglese,lo produce anche,ma in un altro modo,in una guisa sfrenata,selvaggia e cieca. E' una rivoluzione individuale contro l'ordine stabilito ,talvolta contro la natura : qui si rasenta la follia.Il dandismo,al contrario,non si cura della regola,pur rispettandola ancora.Ne soffre e se ne vendica,pur subendola. Questo appunto aveva Brummell.Aveva la grazia come la dà il cielo e come spesso le compressioni sociali la falsano.Ma,l'aveva,in ogni modo,e perciò rispondeva ai bisogni di capriccio delle società annoiate e troppo duramente piegate sotto i rigori delle convenienze.


Capitolo X

[...]Le donne non gli perdoneranno mai di aver avuto la grazia come loro;gli uomini non averne avuta come lui.Il lusso di Brummell era più intelligente che vistoso;un'altra prova di quello spirito che lasciava lo scarlatto ai selvaggi e che più tardi inventava il grande assioma ." Per essere ben vestito,non bisogna essere notato."
Continuò a vestirsi in modo irreprensibile,ma spense i colori degli abiti,ne semplificò il taglio,li portò senza pensarci. Giunse così al colmo dell'arte che dà la mano alla naturalezza.[...] Alle volte quegli occhi sagaci sapevano ghiacciarsi di indifferenza senza disprezzo,come conviene a un dandy consumato,a un uomo che reca in sè qualcosa di superiore al mondo visibile. la voce magnifica rendeva la lingua inglese tanto bella all'orecchio quanto lo è al pensiero. "Non affettava di aver la vista corta,ma quando le persone presenti non avevano l'importanza che la sua vanità avrebbe desiderato,poteva assumere quello sguardo calmo,ma errante,che percorre qualcuno senza riconoscerlo,che non fissa e non si lascia fissare,che nulla occupa e nulla svia".[...]Piaceva con la persona,come altri piacciono con le opere. Il suo valore era nell'istante.Traeva dal torpore-cosa difficile!-una società eccessivamente scettica,colta,in preda a tutte le stanchezze di emozione delle civiltà vecchie.


Capitolo XII

[...]Dandies come Brummell non se ne vedranno più; ma uomini come lui,qualunque sia la livrea che il mondo gli faccia indossare,si può affermare che ce ne saranno sempre,ed anche in Inghilterra. Essi testimoniano della magnifica varietà dell'opera divina:sono eterni come il capriccio. L'umanità ha tanto bisogno di loro e della loro attrattiva quanto dei suoi eroi più grandi,delle sue figure più austere. Essi donano a creature intelligenti il piacere a cui hanno diritto.Fanno parte della società come altri uomini della moralità. Nature doppie e multiple,di sesso intellettuale incerto,nelle quali la grazia è ancor più grazia nella forza,e la forza si riconosce anche nella grazia,androgini della Storia,nonchè della Favola.

Ang.

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