"Je pose la tasse et me tourne vers mon esprit. C’est à lui de trouver la
vérité"

venerdì 1 luglio 2011

Julie Mehretu - la città dinamica

Julie Mehretu nasce in Etiopia nel 1970. La sua poetica è una reinterpretazione contemporanea di correnti innovative ma già consolidate come l'astrattismo e l'action painting (nota in Italia come espressionismo astratto) attraverso l'impiego di grandi tele sulle quali alterna strati di acrilico e segni a matita, penna o inchiostro. Le sue opere propongono una compressione della dimensione spazio-temporale,a cui consegue un sentimento di crisi dei riferimenti artistici tradizionali, dal dinamismo dei Futuristi italiani all'avvolgente pittura coloristica dell'Astrattismo. Con le sue tele minuziosamente studiate, Julie Mehretu arriva a creare una poetica nuova utilizzando immagini astratte di città, storie, guerre e luoghi con una tecnica che rappresenta per l'artista una dichiarazione di vita personale.

Il punto di partenza è l'architettura e più ampiamente la dimensione urbana, e soprattutto gli ambienti frenetici e densamente popolati del XXI secolo. Nelle tele le diverse forme architettoniche tradizionali come colonne, facciate e portici convergono con diversi schemi geografici come le carte, i piani urbanistici, riproposte con interpretazioni architettoniche varie, (diverse prospettive: aerea, isometrica...) . Queste opere sono ricche di illusioni visive in cui le moderne città reticolari diventano fluide e appiattite, come molti strati di graffiti urbani. L'artista ha descritto le sue tele come “mappe di nessun luogo”, immagini di una realtà immaginaria più che reale. Il groviglio di segni e colori delle tele sembra rappresentare la velocità della città moderna, resa, comunque, con le tecniche pittoriche tradizionali.






Le opere di Julie Mehretu sono esposte, insieme a quelle di altri artisti contemporanei (tra i quali Donald Judd, Edward Kienholtz, Roni Horn, Jeff Koons, Maurizio Cattelan, Sigmar Polke) a Venezia in un percorso tematico sullo spaesamento, la forza e la fragilità umani, L'elogio del dubbio. 

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